PRESENTAZIONE – PIETRO MICCA: 1895
E’ la più antica nave commerciale italiana a vapore ancora in classe. La sua propulsione è affidata ad una macchina a vapore a triplice espansione, ed il suo stato di conservazione la rende unica. Batte bandiera italiana ed è iscritta nel Registro del Compartimento Marittimo di Napoli con il numero trentatré. Fino al 1993 ha svolto una regolare attività portuale, facendosi largo tra i moderni rimorchiatori. E’ nato come piroscafo Rimorchiatore d’alto mare nei Cantieri Rennoldson & Son a South Shields, Newcastle (GB), dove è stato varato. Nel 1905 è stato iscritto nel Registro del Compartimento Marittimo di Napoli, come pirorimorchiatore goletta ed in questa città ha trascorso gran parte della sua esistenza. Il suo mondo di lavoro consiste in navi e marittimi provenienti da paesi anche lontanissimi, i quali portano con sé merci, storie e leggende. Sul ponte di questo fiero scafo da lavoro, una cima spezzata può significare la fine di una vita, ed un rimorchio non correttamente effettuato porta al repentino capovolgimento del bastimento. Di questi ricordi si nutre la memoria di un rimorchiatore ultracentenario. Di certo il Pietro Micca non è ancora in pensione. All’inizio del 1996 è stato acquistato dalla “Associazione Amici delle Navi a Vapore G. L. Spinelli” e salvato da sicura demolizione. Dopo essere stato riarmato, si rende ancora oggi protagonista d’attività culturali, didattiche, scientifiche ed ambientali. Il Pietro Micca è sempre pronto a prendere il mare per guadagnarsi il proprio futuro, testimonianza storica delle tecnologie di un tempo.
SCHEDA TECNICA
- Anno di costruzione: 1895
- Materiale: Acciaio
- Cantiere: Rennolson and Son, South Shields Newcastle, England
- Alberi: Due
- Armo: Goletta
- Lunghezza: fuori tutto 31,10 metri
- Larghezza: max 6,40 metri
- Immersione: 4,00 metri
- Dislocamento: 330 tonnellate
- Stazza lorda: 134 tonnellate
- Potenza: 500 cavalli vapore
- Giri a regime: 85 giri al minuto
- Caldaia: 25 tonnellate d’acqua
- Carburante: Olio pesante BTZ (a basso tenore di zolfo)
- Pressione: vapore d’esercizio 9 chili su centimetro quadrato
- Armatore: Associazione Amici delle navi a vapore G. L. Spinelli
- Equipaggio: 4 persone (Comandante, Direttore di Macchina, Marinaio Autorizzato, Mozzo)
- Cuccette: 16
- Macchina: Macchina alternativa verticale ‘a triplice espansione’ con stantuffi a movimenti opposti e distribuzione a cassetto, costruita da Rennoldson and Son.
- Piani del battello: Al termine dei lavori di restauro, il Registro Navale Italiano ha rimesso in classe la nave con il massimo del punteggio: 100 A1 per lo scafo, 100 A1 per la macchina.
DETTAGLI
La motrice a triplice espansione è la prima macchina a vapore: trasforma in energia meccanica l’energia termica del vapore acqueo prodotto nella caldaia. Affinché il Comandante abbia la disponibilità della nave, devono essere trascorse almeno venti ore dall’accensione dei bruciatori: tale è in fatti il tempo necessario affinché la massa d’acqua raggiunga la pressione d’esercizio. Nel 1953 sono stati montati due gruppi di bruciatori a doppio corpo: nella sua storia ultracentenaria questa è l’unica sostanziale modifica apportata al complesso propulsivo, che è così alimentato sia a carbone sia ad olio pesante. Tutti i servizi a bordo sono alimentati a vapore: l’argano salpa ancore, il verricello per virare le gomene, la dinamo per ricaricare gli accumulatori d’energia elettrica, il timone ha un servo-timone a vapore. Alla velocità di regime di 87 giri/minuto sviluppa in acque calme la velocità di 10 miglia con un’autonomia di 2400 miglia con un consumo pari a quattro tonnellate ogni ventiquattrore. I capienti serbatoi contengono 40 tonnellate di carburante, suddivise in casse principali, di servizio e di spurgo. In due serbatoi sono contenute 30 tonnellate d’acqua, pronte per l’immissione nella caldaia. Oltre alla dinamo a vapore, che ricarica gli accumulatori di bordo. Sono stati montati, nel rispetto dell’estetica della nave, pannelli fotovoltaici (1.3 kwh/giorno), nello spirito di mantenere la nave al passo con moderne tecnologie, compatibilmente con tradizione ed ambiente.
STORIA. UN’INTENSA STORIA ULTRACENTENARIA
Più di un secolo di vita, ma che secolo! L’intensa storia ultracentenaria vissuta da un piroscafo Rimorchiatore d’alto mare: varato nel 1895 a South Shields, Newcastle (GB) con il nome Dilwara, concepito per il lavoro portuale e costruito con tecniche d’avanguardia, sviluppatesi in quegli anni di fine secolo, in cui la navigazione a vapore esprimeva il culmine delle conoscenze tecnologiche del campo. A quei tempi il motore Diesel, inventato nel 1892, era già una realtà ed avrebbe in breve tempo soppiantato la macchina a vapore e, con lei, un secolo e mezzo di navigazione. Nel 1903 il Dilwara ed una sua unità gemella vengono portate nel Regno d’Italia, prima a Genova ed in seguito, nel 1905, a Napoli, dove verrà iscritto nel Registro Compartimentale con il nome Pietro Micca. Utilizzato sostanzialmente come rimorchiatore portuale, ha in seguito lavorato come rimorchiatore di pontoni per la messa in opera dei moli di molti porti nel Mediterraneo ed è stato adibito al lavoro di dragamine nei “periodi di necessità”. Il Pietro Micca è potuto sopravvivere al passo con rimorchiatori ben più moderni ed efficienti, fornendo alle navi americane di stanza a Napoli il vapore loro necessario a rimanere in esercizio (cucine, servizi, sala macchine) nei lunghi periodi di sosta. Con la caduta del “Muro di Berlino”, la flotta americana ha lasciato il Porto di Napoli ed il Pietro Micca ha rischiato la demolizione. La “Associazione Amici delle Navi a Vapore G.L. Spinelli” lo ha acquistato nel 1996 per iniziativa del suo Presidente Sig. Pier Paolo Giua, il quale ne ha anche diretto il fedele restauro, nel cantiere TECNOMAR di Fiumicino, dove è attualmente ormeggiato.